domenica 7 settembre 2008

"Kung Fu Panda" di Mark Osborne


Viene spontaneo, nel cinema, fare paragoni. Specialmente quando in un genere, un contesto, una storia analoga si muovono due realtà differenti. Così viene spontaneo fare paragoni quando ci si trova davanti a un remake, oppure quando due registi affrontano lo stesso tema in due opere differenti. Oppure quando un genere, come il film d'animazione, vede scontrarsi due giganti come la Dreamworks e la Pixar. Una sfida ideale per chi vuole cimentarsi in inutili, quando inevitabili, chiacchere da bar.
L'uscita del nuovo film della casa di produzione spielberghiana e l'imminente uscita dell'atteso Wall-e ci portano a fare distinzioni tra i due differenti approcci all'animazione scelti dalle due case.
"Kung Fu Panda" segna un'altro punto a favore della Pixar. Che si dimostra ancora una volta su un'altro pianeta rispetto alla Dreamworks. Non tanto per la qualità dell'animazione, ma per quanto riguarda la trama, l'umorismo e la poesia che ci mette per raccontare le sue storie. Il film sul panda guerriero è sì divertente, ma è estremamente banale e infantile. Le risate arrivano solo quando il panda cade, rimbalza, si schianta contro il muro, si fa male, prende botte o si ingozza di cibo. Una comicità che dovrebbe essere slapstick ma che finisce per essere vecchia e priva di originalità. La mimica di Linguini in "Ratatouille" è veramente tutt'altra cosa.
Qualche battuta divertente c'è ma è poca cosa rispetto al resto del film.
Anche personaggi e trama sono scontanti, pieni zebbi di clichè triti e ritriti del genere arti marziali dall'addestramento, alla profezia millenaria, dall'ex allievo divenuto cattivo all'infinita scalinata del tempio. Non manca neanche il saggio maestro che morendo si dissolve e raggiunge il firmamento (ci mancava che alla fine le stelle disegnassero il suo viso ed eravamo apposto).

Ormai alla Dreamworks hanno rinunciato a spingersi più in là, a osare e si divertono a creare film per ragazzini o adolescenti che ridono con poco e lasciano la poesia, la creatività e i rischi alla Pixar che quest'anno addirittura ci propone un film d'animazione in gran parte muto. Quindi niente botte, smorfie o flatulenze.
Sono in trepidante attesa.

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