mercoledì 23 aprile 2008

"Salvador - 26 anni contro" di Manuel Huerga


"Salvador" è uno di quei film particolari, che ti spingono a chiederti che cosa rende davvero bello un film e quali elementi, possono essere lasciati in secondo piano senza per questo compromettere l'obbiettivo finale di una pellicola cinematografica, ovvero emozionare il pubblico raccontando una storia.

Perchè "Salvador" è indubbiamente un ottimo film, ma di certo non è privo di difetti, alcuni dei quali sembrerebbero (dovrebbero essere) abbastanza gravi.

Cominciamo col cercare di capire qual'è l'intento di Huerga con questa sua seconda opera. Guardando il titolo, appare chiaro che la storia sia incentrata sulla figura di Salvador Puig Antich, estremista di sinistra nella Spagna anni '70 condannato a morte per l'omicidio di un poliziotto. Morte utilizzata dagli uomini di Franco come esempio e monito ai rivoltosi. In effetti è proprio lui il protagonista indiscusso del film, di cui vediamo, nella prima parte la sua evoluzione all'interno del MIL e poi, nella seconda parte, i suoi ultimi giorni passati in carcere in attesa del definitivo verdetto.

Se vuole essere sua la storia da raccontare, c'è qualcosa che manca. Ovvero Salvador stesso. Sembra strano ma a ben vedere di lui sappiamo ben poco. Vediamo le sue azioni e le consegunze che tali gesti comportano, ma sappiamo poco di lui, delle sue motivazioni, del suo passato. Anche i rapporti con le sue sorelle e con le due ragazze che ha amato sono sottolineati in maniera superficiale, dando per lo più l'impressione che siano lì unicamente perchè funzionali alla storia, ma che non ci permettano di conoscerli un po' più affondo. Conoscendo il periodo storico possiamo ricostruire le vicende, ma basandosi solo sulla visione del film, al termine resta il dolore per la morte di Salvador e la rabbia per il suo omicidio, ma ci balenano in testa domande come: Perchè è successo tutto questo? Perchè ha fatto quello che ha fatto? Che cosa ha portato, Salvador e gli altri, a questo punto?

Ecco, gli altri. Se l'intento del film fosse invece quello di raccontare quel periodo storico e quelle rivolte, sia su un piano politico che sovversivo, l'obbiettivo non è raggiunto. Non sappiamo nulla del MIL, dei compagni di Salvador. Sono solo dei ragazzi che utilizzeranno l'azione violenta per colpire lo Stato. Ma di loro conosciamo appena le facce e i nomi. Nient'altro.

Se da una parte, storia e personaggi scarseggiano, dall'altra però la regia di Huerga, la fotografia di Omedes e il montaggio di Borricòn lasciano davvero il segno. Huerga realiza alcune sequenze davvero splendide, come quella della prima notte tra Salvador e Margalida, spontanea e sensuale, o la morte di Salvador (anche se lì si gioca un po' con i facili sentimentalismi).
La fotografia a dire il vero finisce un po' per stancare, con quella sovraesposizione che annulla completamente i colori e tende a dare al film un aspetto quasi documentaristico. Comunque fa il suo effetto.
Nel complesso quindi, Salvador è un bel film, a tratti intenso, ma che guardandolo attentamente ci si accorge che non possiede una vera e propria struttura narrativa, con personaggi poco approfonditi.

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