mercoledì 7 gennaio 2009

"Non pensarci" di Gianni Zanasi



Qual'è il tema più abusato in assoluto dal cinema italiano? Esatto, la famiglia.
Si può ancora parlare di famiglia senza cadere nei soliti clichè e con un po' di originalità? Sì, è possibile. Come ci ha insegnato Gianni Zanasi con la sua divertente commedia.
"Non pensarci" comunque è un film che va oltre il tema della famiglia. Seguendo Stefano, (chitarrista punk che sta attraversando un momento di crisi, sia creativa che sentimentale) da Roma alla sua cittadina natale, noi buttiamo un occhio non solo alla famiglia, ma più in generale alle convenzioni che regolano la nostra società.
La commedia è perfetta per fare questo. Vedere Stefano (un sempre fantastico Valerio Mastandrea) osservare meravigliato le auto che non superano neanche per sbaglio il limite dei 50 orari fa veramente venir voglia di prendere l'auto e fare le sgommate nel parcheggio o dire ai tuoi genitori che la loro figlia e lesbica, così solo per scioccarli, per rompere un po' quel guscio di finta perfezione, di finta morale che ricopre la città. Sì perchè in realtà è tutto finto.
L'ipocrisia della nostra società, dove non si parla di divorzio, di tradimento, di regole infrante, di omosessualità, di famiglia non convenzionale, di lavoro non sicuro (vabbè di questo si parla anche se non si vorrebbe). E infatti, tua madre ha messo le corna a tuo padre, anzi a quello che tu credi essere tuo padre ma non lo è. L'azienda di famiglia, quel lavoro solido che tuo fratello porta a vanti fa invece acqua da tutte le parti. E tua sorella....vabbè lei non è lesbica, ma speravi che lo fosse. Alla fine Stefano, si rende conto che quella perfezione quasi snervante che pensava di ritrovare a casa, non esiste. A lui, che in paese chiedono se si è disintossicato (perchè partire per Roma sperando di fare musica, senza famiglia, senza una scrivania per loro è come drogarsi), forse la vita va quasi meglio che agli altri. alla faccia dl loro perbenismo del cazzo.
Insomma non pensarci, manda a fanculo tutto e buttati. E se poi ti va male...c'è sempre la famiglia ad aspettarti. :-)

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